
LA NOSTRA STORIA
L’unicità di Paitin risiede nell’espressione di questo solido legame che la nostra famiglia – Pasquero-Elia – ha qui instaurato. Resistendo alle guerre e alle intemperie, attraverso 8 generazioni, questa alleanza si è fatta più indissolubile.
Questa perseveranza è ciò che ha permesso al Grand Cru (MGA) della Serraboella: il Sorì Paitin, dal 1893 ad oggi, di diventare una delle più identitarie espressioni del tradizionale Barbaresco di Neive.

LA NOSTRA STORIA
L’unicità di Paitin risiede nell’espressione di questo solido legame che la nostra famiglia – Pasquero-Elia – ha qui instaurato. Resistendo alle guerre e alle intemperie, attraverso 8 generazioni, questa alleanza si è fatta più indissolubile.
Questa perseveranza è ciò che ha permesso al Grand Cru (MGA) della Serraboella: il Sorì Paitin, dal 1893 ad oggi, di diventare una delle più identitarie espressioni del tradizionale Barbaresco di Neive.

L’UNICITÀ DELLA SERRABOELLA E DELLE LANGHE
La Serraboella di Neive dà origine a vini dall’espressione rara: oscuri e vibranti, lunghi e longevi, tesi ed eleganti. Il risultato del fresco vento delle notti estive che quotidianamente contrasta il calore che si sviluppa nella ripida vallata di marne bianche esposta a Sud-Ovest.
Il nostro Barbaresco nasce da queste grandi terre. È quindi imprescindibile una conduzione etica. Rispettando ciò che è stato, preservando ciò che è e ciò che sarà. Per custodirne l’unicità.
L’UNICITÀ DELLA SERRABOELLA E DELLE LANGHE
La Serraboella di Neive dà origine a vini dall’espressione rara: oscuri e vibranti, lunghi e longevi, tesi ed eleganti. Il risultato del fresco vento delle notti estive che quotidianamente contrasta il calore che si sviluppa nella ripida vallata di marne bianche esposta a Sud-Ovest.
Il nostro Barbaresco nasce da queste grandi terre. È quindi imprescindibile una conduzione etica. Rispettando ciò che è stato, preservando ciò che è e ciò che sarà. Per custodirne l’unicità.


UNA TRADIZIONALE INTERPRETAZIONE DEL BARBARESCO
La migliore delle arti è quella in cui la forma trascende il contenuto ovvero il vino diventa l’arte con cui si eleva il “terroir”.
La nostra arte è dettata dalle tradizionali tecniche di vinificazione piemontesi, affonda le radici nella conoscenza secolare e nella pazienza: le lunghe attese nelle macerazioni e negli affinamenti. I Grandi Cru di Barbaresco e di Barolo si traducono così nell’interpretazione di un terreno, frutto di secoli d’esperienza. Di attenzioni e sensazioni che si radicano lentamente nella testa e nelle braccia di alcune famiglie che vivono e respirano la propria terra.

UNA TRADIZIONALE INTERPRETAZIONE DEL BARBARESCO
La migliore delle arti è quella in cui la forma trascende il contenuto ovvero il vino diventa l’arte con cui si eleva il “terroir”.
La nostra arte è dettata dalle tradizionali tecniche di vinificazione piemontesi, affonda le radici nella conoscenza secolare e nella pazienza: le lunghe attese nelle macerazioni e negli affinamenti. I Grandi Cru di Barbaresco e di Barolo si traducono così nell’interpretazione di un terreno, frutto di secoli d’esperienza. Di attenzioni e sensazioni che si radicano lentamente nella testa e nelle braccia di alcune famiglie che vivono e respirano la propria terra.